Litiasi delle vie urinarie

Introduzione

Introduzione

Definizione:

Per urolitiasi si intende la formazione di calcoli, che si può verificare nell’apparato urinario dal rene all’uretra, in seguito alla precipitazione di sostanze non solubili, presenti nelle urine, su di una matrice rappresentata da materiale corpuscolato (es. cellule di sfaldamento), che funge da nucleo di aggregazione.

 L’urolitiasi può interessare le alte (pelvi ed ureteri) e basse vie urinarie (vescica ed uretra); a seconda della composizione chimica comunemente si classificano le litiasi in calcica, uratica, fosfo-ammonio-magnesiaca, cistinica, silicica, xantinica e mista.

Se la precipitazione di tali sostanze si evidenzia al livello microscopico si parla di cristalluria, quando le concrezioni sono macroscopicamente rilevabili, con dimensioni variabili, si parla di uroliti ed infine se si formano elementi ostruenti si parla di tappi.

Le litiasi possono interessare le vie urinarie bilateralmente e monolateralmente e possono causare o meno ostruzione e/o infezione; tutti questi elementi condizionano la sintomatologia clinica e la scelta della terapia più appropriata.

Eziopatogenesi:

I sali disciolti nelle urine precipitano in forma di calcoli quando la loro concentrazione è elevata, quando il normale flusso urinario risulta rallentato (es ritenzione urinaria e/o diminuita assunzione di acqua), in caso di variazioni del pH delle urine, come condizione predisponente, e quando si forma una matrice (o nucleo di aggregazione) che funge da base per la cristallizzazione.

In generale il comune denominatore per la formazione di calcoli è la sovrasaturazione dell’urina, soluzione complessa dotata di meccanismi e sostanze regolatrici, che in equilibrio, assicurano la solubilità dei componenti e l’interazione tra soluti.

Struvite: 

Rappresenta la litiasi (fosfo-ammonio-magnesiaca) più frequente nel cane e nel gatto; questi uroliti si formano in seguito all’aumento del pH del urine (alcalinizzazione che rende meno solubile la struvite) ed all’aumento della concentrazione di ioni ammonio e di fosfati.

Solitamente i calcoli di struvite contengono anche una quota di fosfato e/o carbonato di calcio e si evidenziano in corso di UTI (infezione delle vie urinarie in primis da Staphylococcus spp e Proteus spp) nel cane mentre nel gatto possono verificarsi anche in assenza di infezione. L’assunzione di alcuni farmaci e la dieta rappresentano condizioni predisponenti la formazione di calcoli.

Alcune razze canine sembrano maggiormente predisposte come il Bassotto, il Barboncino, il Carlino, il Pechinese, il Beagle, lo Scottish terrier e lo Schnauzer nano.

Ossalato di Calcio:

La litiasi calcica (ossalato, fosfato, carbonato di Ca e mista) è spesso associata all’ aumento della concentrazione di calcio nelle urine (ipecalciuria da possibile deficit tubulare), all’aumento della calcemia da incrementato assorbimento intestinale di calcio ed alla riduzione del pH urinario (un pH alcalino al contrario potrebbe favorirne la solubilità).

I calcoli di ossalato possono comparire in soggetti affetti da ipercalcemia, iperparatiroidismo, linfomi, a causa di diete ricche di ossalati contenuti nei vegetali, per intossicazione vitaminica (Vit D), per riduzione dei citrati urinari, etc..

Sono più colpiti i maschi adulti delle femmine (il testosterone maschile sembrerebbe aumentare la produzione di ossalati endogeni mentre gli estrogeni femminili aumentano l’escrezione urinaria di citrati) e le razze più predisposte sono il Barboncino nano, lo Shih Tzu ed ilLhasa Apso, lo Yorkshire terrier e lo Schnauzer nano.

Urati:

I calcoli di urati sono generalmente composti da acido urico (derivato del metabolismo delle basi puriniche) ammonico la cui escrezione urinaria può aumentare sia in relazione con la dieta (diete iperproteiche) che in corso di patologia (insufficienza epatica, shunt portosistemici, infezioni delle vie urinarie da batteri produttori di ureasi che possono far aumentare la concentrazione di ammoniaca nelle urine).

Le variazioni del pH urinario possono predisporre alla formazione degli uroliti e nello specifico un pH acido favorisce la precipitazione e cristallizzazione dell’acido urico mentre un urina alcalina agevola la cristallizzazione dell’urato acido di ammonio.

La litiasi uratica può interessare il Dalmata ma non solo, in quanto qualsiasi soggetto affetto dalla patologia epatica (insufficienza, cirrosi, shunt portosistemico) può potenzialmente sviluppare calcoli composti da acido urico ammonico, come può accadere anche in altre razze a rischio quali lo Yorkshire terrier, lo Schnauzer nano ed il Pechinese.

Calcoli di cistina, xantina e silice sono meno frequenti tuttavia i primi due presentano una base ereditaria e/o difetti congeniti familiari (es. Rottweiler, Terranova, Yorkshire, Chihuahua e Bulldog per i calcoli di cistina e Cavalier King per i calcoli di xantina) mentre gli uroliti di silicati essendo particolarmente irti possono creare una notevole irritazione a carico della mucosa delle vie urinarie.

Alcuni alimenti ricchi in silicati: fibre vegetali (buccia dei frutti), fagiolini, cavolfiore piselli, scalogno, cereali; glutine di grano e soia.

Sintomatologia e Terapia delle Litiasi

I sintomi clinici dipendono dalla localizzazione, dal numero di calcoli, dalla grandezza e dalla composizione chimica.

La localizzazione monolaterale dei calcoli può essere asintomatica e per tale motivo rappresentare un reperto occasionale evidenziato durante le comuni indagini diagnostiche (radiografia, ecografia, risonanza e tomografia); al contrario l’interessamento bilaterale solitamente si manifesta con segni e sintomi di insufficienza renale cronica.

Calcoli ostruenti e tappi possono indurre dilatazione/distensione vescicale ed uretrale, fino alla lacerazione, tale da causare ascite e versamento liquido sottocutaneo o perineale; uroliti dalla superficie liscia danneggiano in misura inferiore la mucosa delle vie urinarie al contrario dei calcoli con superfici irte, irregolari, a spuntoni, (es. calcoli di silicio, di struvite e misti) che irritano meccanicamente le strutture anatomiche interessate.

Pollachiuria: bisogno frequente di urinare con emissione di piccole quantità di urine. Disuria: minzione difficoltosa. Stranguria: minzione dolorosa. Ematuria: presenza di sangue nelle urine.

Terapia:

L’approccio terapeutico alle litiasi urinarie varia in base alla composizione chimica, alla forma ed alle dimensioni del calcolo, alla localizzazione anatomica ed alla sintomatologia clinica; la terapia può essere dietetica, chirurgica o di frantumazione degli uroliti (litotrissia o litotripsia) attraverso l’utilizzo di uno strumento chiamato litotritore che emette onde d’urto ad alta energia in grado di ridurre in piccoli frammenti i calcoli presenti al livello uretrale e favorirne di conseguenza l’espulsione attraverso le urine.

Ogni approccio presenta rischi e benefici ed in primis l’intervento chirurgico non è privo di svantaggi tra cui l’invasività della pratica chirurgica, i pericoli legati all’anestesia e la possibilità di non riuscire ad asportare il calcolo nella sua interezza.

La terapia medica, dietetica, di dissoluzione e preventiva prevede un approccio generale al paziente che può durare anche per periodi prolungati; l’obiettivo è quello di ridurre la concentrazione dei sali disciolti nelle urine (al fine di evitarne la precipitazione e l’aggregazione in forma di calcoli), di renderli maggiormente solubili (modificando il pH urinario), di aumentare il volume urinario (produzione di urine meno concentrate con peso specifico ridotto), di correggere gli squilibri idro-elettrolitici e le alterazioni dell’equilibrio Acido-Base e di trattare le eventuali infezioni delle vie urinarie.

La terapia della litiasi calcica (ossalato e fosfato di calcio) è prevalentemente chirurgica in quanto attualmente non si evidenziano protocolli medici risolutivi.

In seguito all’asportazione dei calcoli è invece possibile intervenire con terapie dietetiche preventive (riduzione della quota proteica, controllo dell’assunzione di calcio, ossalati e sodio) che assicurino un corretto apporto di magnesio, fosforo e vitamine; per favorire la solubilità dei calcoli di ossalato è opportuno mantenere un’urina debolmente alcalina senza innalzare il pH in maniera eccessiva onde evitare la formazione di calcoli di fosfato di calcio.

L’approccio alla litiasi silicica comprende l’asportazione chirurgica e la terapia dietetica di prevenzione, atta ad evitare il riformarsi dei calcoli; come principio generale è opportuno ridurre l’assunzione di silicati, acido silicico e silicato di magnesio con la dieta e favorire l’alcalinizzazione delle urine.

La frequenza di ricomparsa dei calcoli è sicuramente maggiore per quanto riguarda le litiasi su base metabolica ed in caso di predisposizioni ereditarie e/o di razza (litiasi calcica, uratica e cistinica); per tale motivo soggetti affetti da calcolosi delle vie urinarie dovrebbero essere controllati e monitorati costantemente, a cadenza mensile, mediante l’analisi completa delle urine, l’urinocoltura ed eventualmente l’indagine radiografica.

Terapia Omeopatica