Parto

Prima fase del parto – Fase dilatativa

Il parto è un fenomeno complesso, alla base del quale  ci sono stimoli di natura nervosa e umorale. Durante gli ultimi dieci giorni di gravidanza, inizia l’immissione in circolo di ACTH fetale, responsabile della produzione di corticosteroidi fetali i quali agiscono sulla secrezione endocrina placentare, determinando un aumento della secrezione degli estrogeni (il cui picco avviene durante le ultime 48 ore, associato al calo di progesterone e al picco di cortisolo materno). Gli estrogeni nella cagna svolgono ruoli analoghi a quelli che hanno nelle altre specie, come la sensibilizzazione dell’utero all’ossitocina e lo stimolo alla produzione di PFF2a da parte dell’endometrio). La PGF2a  contribuisce al calo del progesterone con la sua azione luteo litica, stimolando così le contrazioni uterine.

In risposta agli estrogeni e alla pressione determinata dal primo sacco fetale, la cervice si dilata. Questa prima dilatazione caratterizza l’inizio della serie di “riflessi di Ferguson” ( ovvero, dilatazione cervicale che stimola per via nervosa il rilascio di ossitocina dalla postipofisi, che produce contrazioni uterine che spingono il feto a dilatare ulteriormente la cervice) che moduleranno la fase di espulsione dei feti.

L’ossitocina regola l’andamento del parto, la sua immissione in circolo può essere inibita in situazioni in cui la cagna si trova sotto stress o a disagio.

Generalmente la temperatura rettale cala fino a 37 ° +0,5° 18 – 24 ore prima del parto, ossia 10-14 ore dopo il calo del progesterone, fattore vincolante in quanto la fase espulsiva non ha luogo finchè il progesterone non è inferiore ai 2 nanogrammi/ml.

Il calo pel progesterone stimola nella cagna un rilascio di prolattina da parte della postipofisi.

Bibliografia

Christiansen “La riproduzione nel cane e nel gatto”

Romagnoli “Parto e puerperio”, Scivac 1995 Edi Ermes

Prima fase del parto – Fase dilatativa

Questo stadio è paragonabile al travaglio della donna e non è sempre riconoscibile nella cagna. Solitamente si apprezza solamente nervosismo, inappetenza, talvolta qualche tremore o brivido e/o vomito.  Dura in genere 4 ore, ma può estendersi a 6-12 ore. Alcune femmine sono calme mentre altre eccitate, alcune preferiscono la presenza del proprietario altre richiedono un po’ di privacy.

Seconda fase del parto

In questa fase i feti, sospinti dalle contrazioni del miometrio e coadiuvati dai propri movimenti spontanei, passano attraverso il canale del parto ormai completamente dilatato e vengono alla luce. La durata varia dalle 3 alle 6 ore  se i feti vengono partoriti con continuità, ma può prolungarsi  anche per molte ore se vengono alternate fasi espulsive con fasi di riposo.

Solitamente la femmina rimane sdraiata sul fianco o talvolta in posizione seduta (alcune primipare possono camminare nervosamente tra un’espulsione e l’altra). Solitamente è silenziosa, ma alcune cagne possono guaire per il dolore durante l’espulsione del primo feto.

La membrana corionallantoidea (la prima borsa delle acque) si lacera nella pelvi al passaggio del primo feto, talvolta può comparire integra alla vulva e la madre la lacera con i denti. Il feto può essere partorito avvolto completamente dalla membrana amniotica (seconda borsa delle acque che la madre apre con i denti), soprattutto se la fase espulsiva si completa velocemente.

Il primo feto ad essere espulso proviene dal corno uterino contenente il maggior numero di feti, mentre il cucciolo successivo è generalmente espulso dal corno controlaterale.

Chi assiste al parto dovrebbe tenersi in disparte ed intervenire solo se necessario. E’ bene non fare trazione sul cucciolo appena questo si presenta alla vulva, in quanto una trazione inadeguata e/o maldestra potrebbe provocare lesioni traumatiche. Una trazione leggera, graduale e applicata in maniera coordinata è indicata invece se l’espulsione non si completa nell’arco di 15 minuti nonostante gli sforzi della madre. Dolo la nascita l’intervento del proprietario è richiesto solamente se la madre non manifesta istinto materno, nel qual caso è importante:

–       liberare le prime vie respiratorie dal muco o da altri liquidi che possono impedire la respirazione

–       strofinare con un certo vigore il cucciolo per asciugarlo e attivare la circolazione

–       tagliare il cordone ombelicale (in mezzo a due legature) e disinfettarlo

Terza fase del parto – Secondamento

Questa fase comprende l’espulsione delle membrane fetali, anche se molti cuccioli possono essere espulsi prima delle placente dei feti precedenti oppure possono nascere tutti i cuccioli prima dell’espulsione delle relative placente. E’ importante che le placente vengano contate per diagnosticare un’eventuale ritenzione e bisogna essere pronti a farlo poiché solitamente la madre le mangia subito mentre pulisce il neonato. Mancano informazioni sull’importanza nutritiva della placentofagia nella cagna. Allo stesso modo mancano informazioni scientifiche comprovanti la necessità di non far mangiare tutte le placente alla madre nel caso di cucciolate numerose, cosa che fanno alcuni allevatori.

Puerperio

L’utero e tutto l’apparato riproduttore tornano alle condizioni normale antecedenti alla gravidanza. L’utero della cagna impiega circa 4-5 settimane per ritornare di dimensioni normali. I lochi (liquidi fetali, sangue, prodotti di sfaldamento dell’endometrio…) vengono espulsi generalmente nell’arco dei primi 15-20 giorni, anche se in molte femmine la lochi azione dura solo 1 settimana. Nei primi due-tre giorni post partum il flusso vaginale è rosso e di consistenza acuosa, via via la quantità diminuisce e il colore passa a bruno-rossastro. Le perdite di si differenziano da uno scolo purulento in quanto non sono contraddistinte da odore sgradevole e la femmina non ha segni di compromissione generale.

E’ indicata la somministrazione di farmaci a base di uterotonici per assecondare il processo involutivo soprattutto se i cuccioli sono nati morti o vengono rimossi immediatamente dalla madre, per cui non si verifica il rilascio di ossitocina legato alla poppata.