Terapia chirurgica

Lo scopo della terapia chirurgica in questi casi è quello di ottenere un accesso al canale vertebrale per rimuovere i frammenti del disco che causano compressione del midollo e dei nervi.

La terapia chirurgica dev’essere attentamente valutata, tenendo in considerazione le condizioni del paziente. Se non vi è stato alcun giovamento dalla terapia medica, può essere presa in considerzione la terapia chirurgica. Anche se in letteratura esiste un’ampia casistica, è ancora aperto il dibattito sul management di questi casi; è pur vero che non è possibile comparare i vari studi a causa delle molte variabili da considerare (Kazakos et al., 2005).

Alla base di tutte le più comuni tecniche chirurgiche vi è la laminectomia, cioè il processo attraverso cui viene rimossa la porzione della vertebra posta dorsalmente al canale vertebrale, permettendo in questo modo sia una diminuzione della pressione all’interno del canale vertebrale che una via d’accesso per rimuovere gli eventuali frammenti di disco dislocati.

L’emilaminectomia invece risulta essere una tecnica meno invasiva, infatti viene asportata solo una porzione delle vertebre contigue il cui disco è interessato da dislocazione.


Durante questo tipo di interventi possono insorgere complicazioni legate al tipo di chirurgia attuata, dal numero di punti in cui si deve operare, dall’esperienza del chirurgo e dagli strumenti utilizzati. In generale si può andare incontro ad un trauma spinale iatrogeno (cioè causato dal chirurgo), paralisi dei muscoli addominali ventrali, senza dimenticare la recidiva della patologia.

Figura 8 – Nella Laminectomia dorsale, devono essere trapanati la corticale esterna, il midollo (area rosa) e la corticale interna, senza però intaccare il periostio – da Fossum, parzialmente modificato.